Inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota romana

Rota 2017

Papa Francesco: “Prepararsi bene al matrimonio, per impedire il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti”.

“Solo aprendosi alla verità di Dio è possibile comprendere e realizzare nella concretezza della vita anche coniugale e familiare”: citando queste parole di Benedetto XVI, Papa Bergoglio, in occasione della sua allocuzione per l’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota romana, ha voluto sottolineare l’imprescindibile riferimento alla verità per capire la consistenza del sacramento matrimoniale e quindi dell’accertamento giudiziale della sua validità, perché “l’amore ha bisogno di verità”.

Proprio questo profondo rispetto per la verità ha d’altronde guidato la recente riforma del processo canonico di nullità matrimoniale, operata da Papa Francesco con il Motu proprio Mitis iudex ed entrata in vigore nel 2016. Le disposizioni della riforma infatti sono volte a favorire “non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi” e le procedure per l’accertamento della invalidità nuziale continuano ad essere trattate “per via giudiziale e non amministrativa, non perché lo imponga la natura della cosa, ma piuttosto lo esiga la necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo” (Mitis iudex, par. 6-7).

Ancora il tema della verità era stato al centro di alcune allocuzioni tenute negli anni precedenti alla Rota da Papa Benedetto, con cui Francesco si mostra in sostanziale continuità.

“Occorre rifuggire da richiami pseudopastorali – affermava Ratzinger nell’allocuzione del 2010 – che situano le questioni su un piano meramente orizzontale, in cui ciò che conta è soddisfare le richieste soggettive per giungere ad ogni costo alla dichiarazione di nullità, al fine di poter superare, tra l’altro, gli ostacoli alla ricezione dei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Il bene altissimo della riammissione alla Comunione eucaristica dopo la riconciliazione sacramentale, esige invece di considerare l’autentico bene delle persone, inscindibile dalla verità della loro situazione canonica. Sarebbe un bene fittizio, e una grave mancanza di giustizia e di amore, spianare loro comunque la strada verso la ricezione dei sacramenti, con il pericolo di farli vivere in contrasto oggettivo con la verità della propria condizione personale”.

Ancora su questo tema Papa Benedetto si era espresso nel suo discorso alla Rota del 2007: “Non dobbiamo però dimenticare che nelle cause di nullità matrimoniale la verità processuale presuppone la verità del matrimonio stesso. L’espressione verità del matrimonio perde però rilevanza esistenziale in un contesto culturale segnato dal relativismo”.

Sulla stessa linea Papa Francesco, nella sua allocuzione per l’apertura dell’anno giudiziario 2017, tenuta lo scorso 21 gennaio nella Sala Clementina in Vaticano: “Non possiamo nasconderci – ha affermato il Pontefice – che una mentalità diffusa tende ad oscurare l’accesso alle verità eterne. Una mentalità che coinvolge, spesso in modo vasto e capillare, gli atteggiamenti e i comportamenti degli stessi cristiani. Tale contesto, carente di valori religiosi e di fede, non può che condizionare anche il consenso matrimoniale”. Ancora riprendendo una linea già indicata da Ratzinger, Papa Francesco ha dunque voluto porre la sua attenzione al rapporto tra fede e validità del consenso matrimoniale espresso dai nubendi. Anche a questo proposito è importante ricordare come nel Motu proprio di riforma del processo matrimoniale Bergoglio avesse annoverato “tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processus brevior” anche “quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà” (art. 14, §. 1, Regole procedurali).

Il Papa ha inoltre espresso nel suo discorso una “forte preoccupazione di rendere sempre più efficaci gli itinerari di preparazione al sacramento del matrimonio, per la crescita non solo umana, ma soprattutto della fede dei fidanzati” affinché le coppie, adeguatamente preparate, possano “conoscere e vivere la realtà del matrimonio che intendono celebrare” e “perché lo possano fare non solo validamente e lecitamente, ma anche fruttuosamente”.

La preparazione al matrimonio dovrebbe essere maggiormente, quasi come un “nuovo catecumenato (…), come antidoto che impedisca il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti”.

Bergoglio ha infine auspicato peraltro specifici itinerari pastorali per “aiutare i novelli sposi a proseguire il cammino nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio”.

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L’allocuzione completa di Papa Francesco per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota romana (link esterno al Bollettino della Sala stampa vaticana)

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Il servizio del Centro televisivo vaticano

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