Elena Di Bernardo. Modelli processuali e diritto probatorio

Di Bernardo

Il testo rappresenta il tentativo di approfondire, in un’ottica dinamica, alcuni aspetti del diritto probatorio canonico alla luce dei tradizionali modelli processuali di common law e di civil law. L’approccio esegetico al diritto probatorio inquadrato nell’ottica comparatistica ha imposto l’abbandono di alcuni preconcetti di fondo: in primis l’idea di un diritto che, nella sua tensione evolutiva, possa conformarsi acriticamente alle configurazioni innovative prospettate da altri modelli processuali secolari senza valutare l’incidenza che tali sviluppi possono avere nell’assetto globale della relativa disciplina. Tuttavia le peculiarità del modello processuale canonico non ostacolano a priori un proficuo confronto con altri sistemi processuali, offrendo, al contrario, configurazioni coerenti con il complesso di valori costitutivi del proprio ordinamento, di utile approfondimento.

Evitando un immediato approccio esegetico-positivistico ai vari istituti, il testo è principalmente finalizzato a evidenziare il substrato in cui essi sono stati elaborati, il quale ne ha prodotto una determinata configurazione, dovuta alle ideologie sottese e alle finalità perseguite dai vari modelli processuali.

In quest’ottica, la prima parte del volume è incentrata sulla spiegazione degli obiettivi perseguiti da ogni singolo modello processuale, per individuare quegli elementi valoriali che orientano il grado di funzionalità epistemica dell’istruzione probatoria, più o meno fondata sul paradigma della verità, quale finalità primaria da raggiungere nel processo. Tale iniziale premessa consentirà di far emergere, pur nella condivisione di alcuni aspetti, le peculiarità dell’ordinamento canonico all’interno del comune modello processuale di civil law e permetterà di render noti i motivi di sostanziale incompatibilità strutturale con il modello adversarial angloamericano.

Nella seconda parte del testo la prospettiva comparativa interesserà gli elementi più tecnici della disciplina del diritto probatorio, manifestando la misura in cui l’istruzione probatoria rappresenta il percorso strutturato dal quale le menzionate finalità attingono la garanzia di ricevere compiuta attuazione nella fase decisoria. Un’ articolata analisi del concetto e della finalità stessa della prova, della varietà dei criteri che ne stabiliscono la selezione e l’assunzione in giudizio, dei principi che presiedono la distribuzione dei poteri probatori tra giudici e parti consente di evidenziare l’influenza decisiva esercitata dagli orientamenti e dalle opzioni di valore caratterizzanti alcuni modelli processuali di common law e di civil law, posti in confronto dinamico con il processo canonico.

Senza la pretesa di costituire una trattazione esaustiva, l’ultima parte del lavoro, dedicata allo studio comparato della tipologia di alcuni tipici mezzi di prova e alle modalità di valutazione degli stessi in taluni ordinamenti, pur tentando di illustrare dettagliatamente e in modo aggiornato gli aspetti di maggior rilievo, intende fornire solo una panoramica di carattere generale. Ciò a motivo dei comprensibili limiti intriseci dovuti sia alla vastità sia alla complessa articolazione di una materia in continuo mutamento, a motivo della quale si richiederebbe uno studio monografico per ogni singolo ordinamento oggetto di studio (Inghilterra, Stati Uniti, Italia, Francia, Spagna, Germania, Austria), rappresentativo delle distinte famiglie giuridiche di common law e civil law. Pertanto lo scopo del testo è principalmente quello di attestare l’inveramento di quei tratti caratteristici di ciascun modello processuale, dal confronto dei quali si evincono sia aspetti sincronici sia elementi distonici, o perlomeno tipici, che, per quanto attiene al diritto probatorio canonico, sono sostanzialmente ascrivibili alla peculiare connotazione del relativo modello processuale.

A fronte dell’esposizione degli ultimi aggiornamenti (dicembre 2015) della disciplina del diritto delle prove rispettivamente stabiliti in ciascun ordinamento preso in considerazione, vi è anche il riferimento alla innovativa riforma del processo canonico per le cause di nullità del matrimonio, emanata il 15 agosto 2015, resa nota l’8 settembre 2015 ed entrata in vigore l’8 dicembre 2015. La motivazione del suddetto interesse per la novella disciplina risiede nella preponderante attività giudiziale ecclesiale rivolta alla trattazione di tali cause; un aspetto statisticamente attestato dalla prassi e dunque di per sé non trascurabile, considerata l’incidenza che sortisce sulla affermazione e sul consolidamento dei valori costitutivi del processo canonico.

Tale aggiornamento è stato realizzato, fino alla chiusura del presente volume, nonostante i limiti dovuti alla transitorietà di tale fase, caratterizzata dalla presenza di una normativa entrata in vigore l’8 dicembre 2015. Pertanto, al fine di realizzare la necessaria integrazione del testo sono stati raccolti i dati resi disponibili e le esplicazioni proposte da Autori qualificati, tra cui si annoverano sia quelle offerte da alcuni membri della stessa Commissione riformatrice del processo canonico sia le riflessioni esposte da esperti processualisti nonché valenti operatori del diritto. La progressiva recezione della nuova normativa mediante la prassi processuale rappresenterà, con il decorso del tempo, il più efficace riscontro dei principi sinora solo accennati e consentirà una lettura ancor più dinamica degli stessi sotto lo stimolante e proficuo profilo della comparazione.

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Elena Di Bernardo

Modelli processuali e diritto probatorio civile.

Elementi di common law, civil law e di diritto canonico

Ed. Lateran Press University

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