Riforma del M.P. Mitis iudex: anche il Tribunale del Triveneto continua ad operare

TERT

Anche la Conferenza episcopale del Triveneto ha preso in considerazione gli effetti della riforma sulle procedure di nullità del matrimonio e soprattutto sull’attuale articolazione territoriale dei Tribunali ecclesiastici competenti per le cause matrimoniali. Con un comunicato stampa del 16 febbraio (leggi qui), pubblicato sul sito web www.cet.chiesacattolica.it, i Vescovi della Conferenza episcopale Triveneto “hanno confermato l’intento di affidarsi all’attuale Tribunale ecclesiastico regionale quale proprio Tribunale interdiocesano”. Il Tribunale peraltro non cambierà la denominazione, continuando a chiamarsi “Tribunale ecclesiastico regionale triveneto”.

Nel documento si legge che i Vescovi “hanno accolto con gratitudine e spirito di riconoscenza il Motu proprio di Papa Francesco ed in particolare hanno apprezzato la sottolineatura della dimensione pastorale, ad esempio con l’inserimento della prima fase di consulenza – in vista dell’introduzione di una causa di nullità – nell’ambito della pastorale familiare ordinaria, insieme alla preoccupazione della necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo del matrimonio”.

Circa l’aspetto giudiziale – prosegue un successivo passaggio del documento – viene “confermato l’intento di affidarsi all’attuale Tribunale ecclesiastico regionale quale proprio Tribunale interdiocesano. Si vuole in questo modo valorizzare l’esperienza di collaborazione tra le Chiese del Nordest ormai pluridecennale e caratterizzata dalla prossimità alle persone e alle Diocesi, tramite la presenza in molte realtà di sedi istruttorie distaccate, che hanno consentito in questi anni di vivere una vicinanza maggiore tra giudice e fedeli. Un segno di tale impegno è dato dalla possibilità di presentare il libello con il quale si chiede la nullità del matrimonio non solo presso la sede centrale del Tribunale triveneto, ma anche presso il vicario giudiziale presente in ogni Diocesi.

I Vescovi del Nordest confermano così il loro impegno a recepire le indicazioni del Motu proprio con le connesse esigenze di maggiore celerità del processo e di servizio alla verità, avendo di continuo presente il bene delle persone e “la salvezza delle anime, che deve sempre essere nella Chiesa la legge suprema” (Codice di diritto canonico, n. 1752)”.

La pronuncia riguardo al TERT si aggiunge ad altre nello stesso senso già espresse da diverse Conferenze episcopali regionali (leggi qui).

Frattanto, sulla complessa questione dell’articolazione dei Tribunali ecclesiastici italiani dopo il M.P. Mitis iudex e soprattutto dopo il rescritto del 7 dicembre 2015, arrivano le prime risposte del  Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, nelle cui competenze istituzionali rientra “vigilare sulla retta amministrazione della giustizia” e “promuovere ad approvare l’erezione dei Tribunali” canonici (can. 1445, §. 3, nn. 1 e 3).

Le prime pronunce sono nel senso di confermare le decisioni delle Conferenze episcopali locali che hanno espresso la volontà di mantenere la competenza (e la circoscrizione territoriale) degli attuali Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.

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