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La riforma del libro VI del Codice sul diritto penale: intervista al card. Francesco Coccopalmerio

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Presso il Pontificio consiglio per i testi legislativi è al lavoro una Commissione per la riforma del libro VI del Codice di diritto canonico, in materia di diritto penale. Ad illustrare quali sono i principali aspetti che riguardano questa revisione è il card. Francesco Coccopalmerio, Presidente del Dicastero. Il cardinale fa il punto della situazione, inquadrando le principali questioni che riguardano soprattutto la finalità delle pene canoniche, la loro attuale classificazione da parte del Codice e i possibili miglioramenti su cui la riforma potrà incidere. Dà atto inoltre dello stato dei lavori, indicando le successive tappe del processo di revisione, che auspica possa essere serio e approfondito. Il presule allarga anche la prospettiva in termini più generali sul ruolo del diritto canonico e sui sui rapporti con il diritto statuale.

Riforma del diritto penale: il Card. Coccopalmerio ne anticipa alcuni punti

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Prosegue con impegno il lavoro di riforma del libro VI del Codex sul diritto penale canonico. Lo ha detto il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, intervenuto sabato 8 marzo 2014 a Cagliari per l’inaugurazione dell’anno giudiziario al Tribunale ecclesiastico della Sardegna. A distanza di circa quattro anni dall’inizio dei lavori di riforma, è arrivato il tempo delle prime conclusioni: Coccopalmerio ne ha voluto anticipare tre di particolare rilevanza.

Il diritto penale nella Chiesa: alcune brevi considerazioni

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Il diritto è una componente essenziale ed imprescindibile di ogni compagine organizzata (ubi societas, ibi ius). Anche la Chiesa, quale società originaria e indipendente, ha come tale un proprio ordinamento sovrano, costituito dal diritto canonico, che applica anche facendo ricorso alla coercizione e alle sanzioni penali nei confronti dei suoi membri che violino le norme giuridiche. Il fondamento della vincolatività del diritto canonico, in special modo del diritto penale ove l’elemento della coazione imperativa è sempre presente, risiede nel carattere indipendente e originario della Chiesa che, per le res spirituales et spiritualibus adnexae (cfr. can. 1401, n. 1 CIC), è assolutamente sovrana e come tale, superiorem non recognoscens.