Corte Suprema USA, sentenza n. 08/472, causa Salazar vs. Buono

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Simboli religiosi in luoghi pubblici: non sono in contrasto con la Costituzione americana e non ledono la libertà di coscienza dei non credenti

Negli Stati Uniti si è pronunciata la Corte Suprema nella causa Salazar vs. Buono: un caso che, partendo dalle dispute attorno a una piccola croce posta all’interno della riserva naturale del Mojave – nella contea di San Bernardino, in California – è arrivato a coinvolgere il tema più generale della libertà religiosa. Il caso della croce della riserva naturale del Mojave è arrivato alla Corte Suprema dopo otto anni di controversie, nate quando un lavoratore del Parco, Frank Buono, aveva avanzato richiesta formale al National Park Service (NPS) di rimuovere la croce lì posizionata sin dal 1934, in memoria dei caduti della Prima guerra mondiale.

Trovandosi su un terreno appartenente al Governo degli Stati Uniti – era la tesi del ricorrente – la sua esistenza avrebbe costituito una violazione del principio di imparzialità dello Stato rispetto alle diverse fedi, violando così la establishment clause del primo emendamento della Costituzione americana.

Nel luglio 2002, la Corte distrettuale aveva sentenziato che la croce del Mojave costituiva una violazione dell’establishment clause e ne aveva disposto la copertura temporanea, in attesa della totale rimozione. In quell’occasione decise di intervenire addirittura il Congresso, bloccando la rimozione e approvando una legge volta a dismettere la proprietà pubblica dell’area in cui sorgeva la croce.

Frattanto un nuovo ricorso alla Corte d’appello si risolveva con la conferma della decisione della Corte distrettuale e quindi la vicenda è approdata alla fine alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Secondo la definitiva pronuncia della Corte Suprema, la presenza della croce eretta nel Parco pubblico di Mojave in California non può ritenersi in contrasto con il principio costituzionale della separazione tra Chiesa e Stato e con il diritto di libertà religiosa. Una decisione che influenzerà certamente altri casi analoghi oggetto di disputa presso i Tribunali federali.

Con una maggioranza di 4 su 5, i Supremi giudici hanno quindi riconosciuto la piena legittimità del simbolo religioso su un terreno pubblico.

“La Costituzione non obbliga il Governo ad evitare ogni riconoscimento pubblico del ruolo della religione nella società”, ha scritto il giudice Kennedy, che si occupa di solito delle cause che coinvolgono i rapporti tra Stato e confessioni religiose.

Parlando della croce cristiana, in particolare, Kennedy ha detto che è sbagliato vederlo solo come un simbolo religioso. “Qui una croce latina nel deserto evoca molto di più della sola religione. Evoca migliaia di piccole croci nei campi stranieri che segnano le tombe degli americani caduti in battaglia, battaglie le cui tragedie sono aggravate quando i caduti vengono dimenticati”..

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Il testo della sentenza